In questo spazio desidero fornire informazioni aggiornate e comprensibili sui principali disturbi di cui mi occupo quotidianamente nella pratica clinica e sulle possibilità terapeutiche per affrontarli in modo efficace e definitivo. Lo scopo pertanto è informativo e orientativo, non potendo in alcun modo sostituirsi a una valutazione specialistica psico-diagnostica.
In ambito clinico mi avvalgo del Modello della Psicoterapia Breve Integrata per le principali forme di disturbo psicologico di adulti e bambini.
Ma cos’è un disturbo psicologico?
Come si riconosce?
Quale differenza c’è tra un disagio emotivo e un disturbo?
Per “disturbo psicologico” si intende una condizione psicologica caratterizzata da:
- uno stato soggettivo di sofferenza o disagio
- un significativo scostamento da quanto ritenuto normale in una determinata cultura
- una compromissione nello svolgimento delle normali attività della vita (lavoro, scuola, rapporti interpersonali, ecc.)
Già da questa definizione traspare quanto poco vi sia di oggettivo nel mondo del disagio mentale e quanto contino invece la soggettività delle esperienze individuali (la sofferenza), le convenzioni sociali e culturali (la patologia come scostamento dalla norma) e la necessità di valutare il funzionamento della persona nelle aree di vita maggiormente significative (il buon adattamento nella quotidianità).
Proprio in considerazione dei notevoli margini di arbitrio ed indefinitezza che tendono a contraddistinguere la sofferenza mentale, a partire dal dopoguerra si è resa necessaria l’adozione di un linguaggio comune in grado di consentire agli specialisti di definire e classificare i disturbi psicologici mediante l’uso di strumenti diagnostici standardizzati.
Attualmente il DSM-V (Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders), pubblicato dalla American Psychiatric Association e l’ICD-10 (International Statistical Classification of Diseases and Related Health Problems), adottato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, sono i sistemi di classificazione universalmente riconosciuti e utilizzati da medici, psicologi e psichiatri come il principale punto di riferimento diagnostico a livello mondiale.
Le meta-analisi (studi su tutta la letteratura scientifica ad oggi esistente in un determinato ambito) indicano che i miglioramenti ottenuti con i trattamenti psicologici vengono, nel complesso, mantenuti nel tempo, mentre gli effetti dei trattamenti farmacologici sono, dopo la sospensione, di breve durata. I tassi di ricaduta infatti sono più bassi per la psicoterapia rispetto alla terapia farmacologia anche se in determinati casi, come durante alcuni disturbi in fase acuta, l’approccio integrato medico-farmacologico e psicologico-psicoterapeutico hanno insieme una maggiore efficacia terapeutica.
I disturbi di personalità del Cluster A sono:
I disturbi di personalità del Cluster B sono:
I disturbi di personalità del Cluster C sono:
- DISTURBI D’ANSIA IN ETA’ EVOLUTIVA
- DISTURBI DELL’UMORE IN ETA’ EVOLUTIVA
- DISTURBO ADHD
- DISTURBI DELLO SPETTRO DELL’AUTISMO
- DISTURBI SPECIFICI DI APPRENDIMENTO (DSA)
- DISTURBO OPPOSITIVO PROVOCATORIO
- DISTURBO OSSESSIVO-COMPULSIVO IN ETA’ EVOLUTIVA
- DISTURBI DA TIC
- DISTURBI DELLA NUTRIZIONE E DELL’ALIMENTAZIONE IN ETA’ EVOLUTIVA